Sambuca di Sicilia è il borgo dei borghi 2016.
Con meno di sei mila abitanti, il piccolo paese in provincia di Agrigento si è aggiudicato il titolo nel corso della trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”, andata in onda la domenica di Pasqua.
Per il terzo anno consecutivo, è un borgo siciliano ad aggiudicarsi questo titolo (dopo Gangi nel 2014 e Montalbano Elicona nel 2015) e non potrei essere più orgogliosa.

La strada per raggiungere Sambuca di Sicilia è completamente immersa nel verde.
Sono presenti soprattutto numerosi vigneti dai quali si raccoglie l’uva utilizzata per la produzione dei pregiati vini della zona. Proprio tra i vigneti si trova il Lago Arancio, un bacino artificiale, sul quale si erge (o si trova sommerso, in base al periodo dell’anno) il fortino arabo Mazallakkar.

Il centro storico del paese si sviluppa principalmente attorno al corso principale, Corso Umberto I.
La prima tappa dell’itinerario è il piccolo teatro ottocentesco “L’Idea”. Costruito tra il 1848 e il 1851, danneggiato dal terremoto del 1968, restaurato nel 1993 e comprato all’asta dal comune, ancora oggi ospita rappresentazioni teatrali.
Attraversando la strada si trova la chiesa di San Calogero, adibita a sede dell’Istituzione Gianbecchina, dove sono esposte alcune delle bellissime opere che il pittore sambucese ha donato alla città che gli ha dato i natali.

Il cuore della comunità cristiana del paese è la chiesa del Carmine (prima foto), devota alla Madonna dell’Udienza, santa patrona di Sambuca, celebrata la terza domenica del mese di Maggio con una processione lungo le vie principali del centro storico.
Ma la vera chicca è, a mio parere, la chiesa di Santa Caterina (seconda foto).
Un piccolo gioiellino barocco, non particolarmente curato, ma comunque affascinante e suggestivo.

L’arco del palazzo dell’Arpa separa il corso principale dall’antico quartiere arabo, la zona più caratteristica del paese, sviluppata sui sette vicoli saraceni, i cosiddetti “vaneddi” che conservano ancora oggi tracce del dominio arabo.

Uscendo dal quartiere arabo ci si trova davanti la chiesa Madre, purtroppo chiusa al pubblico, costruita sui resti dell’antico casale arabo. Mentre proseguendo lungo piazza Piazza Baldi Centelles si raggiunge il Belvedere, da dove è possibile ammirare le campagne circostanti.

Info utili
Acquistando un solo biglietto di tre euro è possibile visitare:
– Il teatro comunale, L’Idea
– L’Istituzione Gianbecchina
– Palazzo Panitteri
– Le cave di pietre (site nei pressi della chiesa del Rosario, all’interno del quartiere arabo)
– La Mostra Permanente Sculture Tessili di Silvye Clavel (che non abbiamo visitato per mancanza di tempo)

Cosa mangiare
I dolci tipici sambucesi sono le “minni di virgini” (seno di vergine), probabilmente inventato dalle suore del Collegio di Maria nel 1725, fatti con la pasta frolla e ripieni di crema di latte, zuccata, cioccolato e cannella.