Visitare il Cristo Velato a Napoli

Visitare il Cristo Velato a Napoli, e la cappella di San Severo che lo custodisce, è possibile osservando due semplici regole. Una non scritta: bisogna sempre fare la fila fuori. Ed una affissa all’ingresso e ricordata dagli addetti all’accoglienza: cellulari spenti e niente fotografie.

Così, dopo aver pagato 8 euro presso la biglietteria esterna, si attende il proprio turno in un vicolo nel cuore del centro storico del capoluogo partenopeo, e infine si entra all’interno della cappella, chiamata anche con il nome di Chiesa di Santa Maria della Pietà, senza la condanna e, allo stesso tempo, il lusso di essere distratti dal cellulare.

Si varca la soglia dell’edificio costruito nell’ultimo decennio del 500, entrando all’interno di una stanza senza tempo, dove il trionfo barocco fa da padrone e le sfumature dorate delle pareti fanno da contrasto con il bianco splendente delle statue disseminate per la sala.

Inizia la visita della cappella, con il pericolo reale ed incombente che la suoneria squillante di qualche cellulare rompa l’atmosfera di pseudo-sollenità.
Il tutto accompagnato dal rumore dei click o dalla luce dei flash e il conseguente ammonimento dei custodi a non scattare fotografie.

Che si tratti dell’ossessione di immortalare qualsiasi cosa capiti a tiro durante un viaggio o semplicemente di un’abitudine ormai troppo radicata, quel che è certo è, per una determinata categoria di persone, l’impossibilità di godere di un’esperienza senza fotografarla, senza postarla su Instagram.
Se non lo posti, non l’hai vissuto.

Se si appartiene alla schiera di individui che lasciano solo per la fine la parte più ghiotta di un piatto, allora si è deciso di visitare la cappella di San Severo lasciando per ultima la contemplazione del Cristo Velato, il quale, nel frattempo, ha esercitato una speciale forza attrattiva.

Alla fine, però, arriva il momento.

A fare da scudo tra i visitatori e questa grandiosa opera non c’è alcun vetro e neanche lo schermo di un cellulare.
Ci si trova dinnanzi ad una scultura dal nome evocativo, carichi di aspettative e inevitabili preconcetti.
C’è una ragione se Antonio Canova ha dichiarato che avrebbe persino rinunciato a dieci anni di vita pur di esserne l’autore,
se lo scrittore argentino Hector Bianciotti ha parlato di sindrome di Stendhal,
se Riccardo Muti ha scelto il volto del Cristo per la copertina del proprio Requiem di Mozart e se il regista turco Ferzan Özpetek l’ha scelta come soggetto collaterale della sua Napoli Velata.

È quasi impossibile varcare la soglia della cappella di San Severo e farne un’esperienza propria, non contaminata e priva di carico emotivo.

Ma quando ci si trova dinnanzi al Cristo velato,
al corpo che ha esalato l’ultimo respiro,
alla corona di spine e ai solchi lasciati dai chiodi,
al velo che si adagia perfettamente sul corpo e alla materia che prende vita,
in qualche modo, si vive un’esperienza intima e prettamente personale, diversa da quella di chiunque altro.

Infine si esce dalla Cappella di San Savero senza fotografie, ma con l’animo colmo di immensurabile bellezza.

Visitare il Cristo Velato a Napoli

Come visitare il Cristo Velato a Napoli

Cristo Velato orari

Dal 12/06/2020:
Mercoledì – Domenica
10:00 – 19:00

Cristo Velato prezzi

Biglietto ordinario: 8 €
Bambini fino a 9 anni: gratis
Dai 10 ai 25 anni: 5 €

Nota: il mio viaggio è avvenuto prima delle restrizioni messe in atto per fronteggiare il Covid-19. A partire dal 12 giugno è possibile visitare la Cappella di San Severo ed il Cristo Velato esclusivamente previa prenotazione online, così da consentire il rispetto delle norme di distanziamento sociale.

Credits foto: museosansevero.it