Ayutthaya

Quando nelle settimane che hanno preceduto il viaggio in Thailandia ero intenta a stilare e disfare l’itinerario, una cosa era certa: avremmo visitato Ayutthaya.
La città splendente che dal 1350 al 1767 fu capitale del Siam e che proprio nel 1767 fu invasa e saccheggiata dai Birmani. Quando il regno del Siam riuscì a riconquistare la libertà, la capitale fu trasferita a Bangkok, lasciando Ayutthaya in uno stato di abbandono fino a 60 anni fa, quando iniziarono i lavori di restauro.

Con il passare degli anni Ayutthaya è diventata meta di “pellegrinaggio”. Folle di turisti si recano nella vecchia capitale del regno, a pochi km dall’attuale capitale thailandese, per contemplare statue mutilate o templi scoperchiati, rovine che sono solo l’eco della città che ospitava più di 400 templi.

Ayutthaya - Parco
Ayutthaya - Sito storico

Il sito di Ayutthaya può essere visitato anche in giornata, partendo di buon mattino dalla stazione Mo Chit di Bangkok. Dopo aver fatto un biglietto di 60 Baht (cioè 1,79 euro con il cambio attuale), siamo stati accompagnati all’interno di un minivan, dove abbiamo atteso (davvero poco) che tutti i post sono occupati. Una volta che l’intero mezzo era al completo, abbiamo raggiunto Ayutthaya in poco più di un’ora.

Appena scesi abbiamo subito avvertito quel caldo appiccicoso che avevamo già conosciuto a Bangkok e che ha risvegliato il nostro corpo intorpidito dalla forte aria condizionata presente all’interno del minivan.

Gli antichi templi si trovano all’interno di una zona delimitata da fiumi che per questa ragione viene considerata un’isola. Per muoversi da un tempio all’altro è possibile noleggiare le bici, lo scooter o farsi guidare da un autista di tuk tuk. Noi, forse inconsciamente dato il gran caldo, abbiamo deciso di girare tutto a piedi.

Per quanto non mi sia pentita neanche per un singolo istante di essere lì, ho trovato una situazione diversa da quella che avevo immaginato. Il luogo di pace e contemplazione che avevo ipotizzato nella mia mente, era in realtà una sorta di parco tematico a tema storico. È bastato chiudere gli occhi per qualche istante e scovare angoli isolati per essere catturata dalla visione dei templi in rovina.

Wat Mahathat

Il Wat Mahathat è uno dei maggiori motivi per cui ho deciso di visitare Ayutthaya. Si tratta della storia ammaliante e misteriosa di una testa di Buddha perfettamente incastrata tra le radici di un albero.

Attenzione: ricordatevi di rispettare due semplici regole. Vestitevi in maniera appropriata e non date mai le spalle alla statua.

Wat Mahathat
Testa Buddha Wat Mahathat
Wat Mahathat

Wat Phra Si Sanphet

Dove oggi si trovano tre splendidi stupa, sorgeva un tempo il tempio più grande e importante di tutta Ayutthaya. All’interno di tale tempio era inoltre custodita una statua di Buddha alta 16 metri. I kg d’oro che ricoprivano la statua vennero fusi dai birmani durante il saccheggio del 1767.

Wat Phra Si Sanphet

Wat Phra Mongkhon Bophit

A pochi metri dal Wat Phra Si Sanphet si trova il santuario che ospita la più grande statua in bronzo di Buddha dell’intero paese. La statua ha un’altezza di 12,5 metri, 17 se si conta anche la base. L’ingresso al santuario è gratuito.

Wat Phra Mongkhon Bophit
Wat Phra Mongkhon Bophit

Wat Lokayasutharam

Il Wat Lokayasutharam non è un vero e proprio tempio. Si tratta della statua di un Buddha reclinato lunga 42 metri.
Questa statua si trova a 1,6 km di cammino dal Wat Phra Si Sanphet, ma può essere raggiunta con uno dei mezzi che ho prima elencato. Con il senno di poi, dovendo scegliere, avrei evitato di raggiungere il Wat Lokayasutharam, preferendo la visita del Wat Ratchaburana, il tempio con le sculture di fiori di loro e creature mitologiche, che non siamo riusciti a visitare esclusivamente per mancanza di tempo.

Wat Lokayasutharam

Informazioni utili:
– I templi sono aperti dalle 8:00 alle 18:00
– L’ingresso ai singoli templi ha un costo di 50 Baht. Esiste anche un biglietto cumulativo di 220 Baht, non conveniente se avete poche ore a disposizione e non riuscite a visitare più di quattro templi.