Travel blog

Quello di oggi è un post un po’ strano, fuori da ogni logica SEO. Una riflessione che mi sento di condividere in quello che per 8 anni è stato, in maniera più o meno costante, un diario personale.

Mi viene spesso in mente una domanda: qualcuno legge ancora i travel blog? I dati, dicono di sì, ma la realtà è un po’ più complessa. Oggi ci si imbatte sempre meno in storie ed emozioni reali. Tutto si riduce a contenuti quasi esclusivamente video, rapidi ed effimeri.

Quando questo blog è nato, nel 2016, la mia vita era completamente diversa. Il mondo dei viaggi raccontati sul web lo era altrettanto. Instagram non era ancora il gigante che conosciamo oggi e di stories o reel nemmeno l’ombra. I blog erano un modo per dare voce a esperienze personali, per immergersi nella narrazione lenta e profonda di un’avventura, condividere momenti unici che nessun altro poteva vivere nello stesso modo.

Oggi, tutto sembra diverso. I social sono saturi di influencer (o aspiranti tali) che ti bombardano con posti “segreti” da visitare, il bar con la vista più instagrammabile o il pub il cui fare un aperitivo con soli 15 euro. E non importa chi produce il contenuto, perché sembra che ormai siano tutti uguali. Stessi filtri, stesse pose, stessa estetica studiata alla perfezione per accumulare like e follower. Il viaggio, quello vero, quello pieno di emozioni e momenti spontanei, sembra non esistere più.

Dal 2016 ad oggi, quindi, il mondo del travel si è mosso ad una velocità fulminea. Mi chiedo non solo: “Qualcuno legge ancora i travel blog?” ma anche: “Qualcuno li scrive ancora?” e, domanda forse più importante di tutte: “Io voglio ancora scriverli?”

E la risposta, dopo tanto riflettere, è sempre la stessa. Sì. Scrivere per me è come viaggiare: un’esigenza. Non per i numeri, non per rincorrere algoritmi o trend, ma per il puro bisogno di raccontare. Di mettere su carta l’emozione di camminare tra i grattacieli di New York o di perdersi tra le strade caotiche di Bangkok. L’emozione di scoprire sapori nuovi o di guardare un tramonto mozzafiato tingere di arancione una capitale europea. Scrivo per chi, come me, cerca qualcosa di più. Scrivo per chi vuole fermarsi un attimo e vivere il viaggio attraverso le parole, le immagini, i racconti veri.

Forse, quello che faccio è diventato obsoleto. Forse oggi c’è meno spazio per chi racconta i viaggi come un diario personale e più per chi li vende come un prodotto da consumare in fretta. Ma per me, questo blog è un modo per creare un diario di ricordi meravigliosi. È senza dubbio il mio modo di aiutare chi cerca informazioni per organizzare un viaggio, sì, ma anche un ponte tra me e chiunque abbia voglia di immergersi in una storia.

Quindi, mentre il mondo corre sempre più veloce, mentre i contenuti diventano sempre più effimeri, io continuo a scrivere per chiunque voglia fermarsi ad “ascoltare”, ma soprattutto continuo a farlo per me stessa.