Il semaforo dell’Eremita, nome con cui è conosciuto il semaforo di Monte Gallo, è situato in cima alla Riserva Naturale di Capo Gallo a Palermo.
La sua costruzione è di origine borbonica, eppure soltanto nell’ultimo decennio ha acquisito sempre maggiore fama.
Come suggerisce il suo nome, il semaforo non è disabitato: all’interno di esso vive un uomo di nome Nino, ribatezzatosi Isravele, che ha deciso di condurre una vita da eremita.
“Faro di Dio” è il nome che Isravele ha dato al semaforo, “via Santa” alla via per raggiungerlo.
Il semaforo di Monte Gallo è stato totalmente messo a nuovo da Isravele che l’ha impreziosito con mosaici realizzati con frammenti di vetro, bottiglie e conchiglie. La sua non è solo un’opera estetica, ma un omaggio a Dio e alla sua creazione. L’intento di Isravele è quello di realizzare un vero e proprio santuario all’interno del quale elevare la propria anima a Dio. Di carattere religioso sono infatti le iscrizioni e le scene rappresentate; onnipresente è l’immagine della stella a sei punte simbolo dell’ebraismo.
Isravele mi ha raccontato di essersi ritirato in cima a Monte Gallo 24 anni fa, ma la sua vita non è del tutto isolata dal resto del mondo. Le porte del suo santuario sono sempre pronte ad accogliere gli escursionisti e i curiosi attirati dall’opera da lui realizzata. È Isravele stesso a percorrere la strada che da Monte Gallo conduce alla zona di Partanna per reperire cibo e i materiali necessari per completare la sua opera.
Se decidete di salire in cima a Monte Gallo, chiedete gentilmente ad Isravele di poter vedere l’interno del faro e portate con voi del cibo (come biscotti, pane o pasta) da dare in dono e lasciare all’interno dell’offertorio.
Come arrivare al Semaforo dell’Eremita
Il semaforo dell’Eremita si trova a picco sul mare di Mondello, a poco più di 500 metri di altezza.
Il modo migliore per raggiungere il semaforo dell’Eremita è quello di parcheggiare in via Tolomea (PA) e proseguire a piedi.
È possibile spingersi con l’automobile fino alla fine di via del Semaforo, ma non vi è un vero è proprio parcheggio in cui lasciare l’automobile.
Il trekking che porta in cima a Monte Gallo è di difficoltà bassa e può durare da un’ora a un’ora e mezza a seconda della propria velocità e del numero di pause che si decide di fare.
La strada è asfaltata nel primissimo tratto, ma il vero e proprio percorso inizia al di là del cancello della Riserva Naturale. Il sentiero è unico, quindi non vi è alcun rischio di sbagliare strada. Una volta giunti abbastanza in alto, in prossimità del faro, basterà seguire le indicazioni lasciate da Isravele (delle pietra colorate di rosso).
Consigli:
- indossare scarpe da trekking e un cappellino che protegga dai raggi del sole
- non avventurarsi in cima al monte durante i giorni estivi particolarmente caldi o durante quelli che seguono giornate di pioggia
- prestare particolare attenzione a non scivolare in fase di discesa
Come dicevo, il trekking è fattibile anche per chi non è particolarmente allenato. Alla fine del percorso ad attendervi ci sarà uno scenario mozzafiato: un santuario immerso nella natura, con il mare da una parte e la riserva dall’altra.